Queste sole le due parole che definiscono la mia sesta Marcialonga Skiing!
Sveglia alle 5:50 per arrivare a Moena alle 7:00 dove c'erano -7 gradi e un'aria leggera ma pungente.
Ho messo la mia nuova tuta della Briko con intimo tecnico a maniche corte e alle 8:23 via che si parte!
Ho messo la mia nuova tuta della Briko con intimo tecnico a maniche corte e alle 8:23 via che si parte!
Non sono partito a mille come faccio di solito, ma leggermente più controllato, e per la prima ora c'è stato un crescendo fino ad arrivare a quella che io ritengo la mia "velocità" di crociera per una gare lunga 70km. A Soraga ho iniziato ad avere caldo e ho tirato su le maniche, ma il il cappello e le gambe continuavano ad essere forse troppo al caldo. Sin da subito ho avuto la sensazione che gli sci erano perfetti con la sciolinatura che mi aveva il mio amico Ivano, sia in tenuta che in scorrimento.
Arrivato a Canazei il cronometro si è fermato 10 minuti prima del mio tempo migliore e non ho subito esultato e ho preferito aspettare una conferma successiva. Dopo Canazei inizia la discesa e inizia il gran lavoro esclusivamente di braccia, si ogni tanto ci sono dei piccoli tratti di salita dove bisogna fare il passo alternato, o di lunghi tratti di piano dove il passo spinta è l'ideale, ma la maggior parte dello sforzo è assegnato alle braccia. Arrivato a Soraga vedo davanti di me un concorrente che sembra ave messo il piede su una buccia di banana, ma invece era una discesa di una decina di metri completamente ghiacciata, dove ci sono arrivato con una discreta velocità ed essendomi irrigidito per il gesto del concorrente davanti a me, sono finito per terra e metà della discesa la ho fatto sui gomiti finendo nella neve. Niente di grave ripartito come non fosse successo niente, ma da li a qualche minuto sentivo il gomito destro che bruciacchiava e quando me lo sono guardata ho visto una bella abrasione lunga tutto l'avambraccio, per fortuna che ila neve mi aveva bagnato il braccio e il freddo (-6°) mi teneva tranquillo il dolore. Ma a Predazzo, dove finalmente si vedeva abbondantemente il sole, ha iniziato a bruciare e darmi fastidio. Ma non solo l'abrasione al braccia mi ha iniziato a dare fastidio, il sole scaldava e io il caldo non lo sopporto più di tanto e il cappello e l'intimo tecnico nelle gambe davano fastidio.
A Predazzo il mio cronometro segnava 2:35:36 ben 18 minuti meno del mio record e questo mi faceva passare in secondo piano il caldo e il dolore.
Ziano, Panchià, Lago e finalmente si passa dal mio paese Masi di Cavalese dove vedo tanti amici e parenti che mi incitano e posso dare il cappello a mia moglie che mi ha seguito per tutta la giornata fermandosi in più punti del percorso per incitarmi. Anche a Masi il mio tempo migliorava di ben 22 minuti, ma qui inizio a sentire anche tanta fatica, il tratto che va da Masi a Molina è sempre leggermente in discesa, ma ormai non si ha più quella forza nelle braccia che si aveva all'inizio. A Molina il cronometro si ferma 24 minuti prima del mio record, e qui inizia il gran lavoro della testa, non si ha più forze necessarie per fare un bel gesto atletico e producente, però la testa deve rimanere lucida e pensare al traguardo vicino e non sentire tutta la fatica che ci si porta dietro. Quindi il tratto in falsopiano in salita lo faccio tutto a passo spinta anche se gli sci non tenevano più di tanto, mi concentro ad ogni passo per non perdere coraggio e arrivo all'inizio della cascata dopo 3 ore e 54 minuti di gara, meno di un minuti ci hanno messo i ragazzi della Toko a sciolinarmi gli sci per aver grip nella salita finale della cascata. Inizio con un ritmo lento, ma è l'unico consentito dalle mie forze, ma metri dopo metri capisco che ho ancora qualcosa da dare e aumento. Qui il caldo è veramente fastidioso ed inizio a grondare, con questo ritmo continuo a superare piano piano e guadagnare posizioni. Verso la fine della salita sento anche i miei quadricipiti che iniziano a gridare aiuto, ma ormai sono arrivato, ultimo chilometro e la salita diventa sempre più dolce fino a quando si fa piana e inizia a capire che la fatica è finita.
Un sorriso si stampa nel mio viso per aver finito per la mia sesta volta la mitica Marcialonga e soprattutto consapevole di aver fatto un ottimo tempo.Ultima curva e inizia il viale Mendini con tutta la gente assiepata ai lati che ti incita e ti chiama per nome, vedo i miei famigliari che sono li per me ed è una gioia immensa!
Concludo la mia gara dopo 4 ore 11 minuti e 30 secondi migliorando il mio record di ben 28 minuti, grazie agli allenamenti con i pesi per migliorare i muscoli delle braccia, grazie al perfezionamento dello stile di spinta, grazie agli sci nuovi più veloci di quelli che ho rotto, grazie alla sciolinatura perfetta che mi ha fatto Ivano, grazie anche alla pista veloce la mia sesta Marcialonga la ho conclusa con un grande sorriso e orgoglio.
A Predazzo il mio cronometro segnava 2:35:36 ben 18 minuti meno del mio record e questo mi faceva passare in secondo piano il caldo e il dolore.
Ziano, Panchià, Lago e finalmente si passa dal mio paese Masi di Cavalese dove vedo tanti amici e parenti che mi incitano e posso dare il cappello a mia moglie che mi ha seguito per tutta la giornata fermandosi in più punti del percorso per incitarmi. Anche a Masi il mio tempo migliorava di ben 22 minuti, ma qui inizio a sentire anche tanta fatica, il tratto che va da Masi a Molina è sempre leggermente in discesa, ma ormai non si ha più quella forza nelle braccia che si aveva all'inizio. A Molina il cronometro si ferma 24 minuti prima del mio record, e qui inizia il gran lavoro della testa, non si ha più forze necessarie per fare un bel gesto atletico e producente, però la testa deve rimanere lucida e pensare al traguardo vicino e non sentire tutta la fatica che ci si porta dietro. Quindi il tratto in falsopiano in salita lo faccio tutto a passo spinta anche se gli sci non tenevano più di tanto, mi concentro ad ogni passo per non perdere coraggio e arrivo all'inizio della cascata dopo 3 ore e 54 minuti di gara, meno di un minuti ci hanno messo i ragazzi della Toko a sciolinarmi gli sci per aver grip nella salita finale della cascata. Inizio con un ritmo lento, ma è l'unico consentito dalle mie forze, ma metri dopo metri capisco che ho ancora qualcosa da dare e aumento. Qui il caldo è veramente fastidioso ed inizio a grondare, con questo ritmo continuo a superare piano piano e guadagnare posizioni. Verso la fine della salita sento anche i miei quadricipiti che iniziano a gridare aiuto, ma ormai sono arrivato, ultimo chilometro e la salita diventa sempre più dolce fino a quando si fa piana e inizia a capire che la fatica è finita.
Un sorriso si stampa nel mio viso per aver finito per la mia sesta volta la mitica Marcialonga e soprattutto consapevole di aver fatto un ottimo tempo.Ultima curva e inizia il viale Mendini con tutta la gente assiepata ai lati che ti incita e ti chiama per nome, vedo i miei famigliari che sono li per me ed è una gioia immensa!
Concludo la mia gara dopo 4 ore 11 minuti e 30 secondi migliorando il mio record di ben 28 minuti, grazie agli allenamenti con i pesi per migliorare i muscoli delle braccia, grazie al perfezionamento dello stile di spinta, grazie agli sci nuovi più veloci di quelli che ho rotto, grazie alla sciolinatura perfetta che mi ha fatto Ivano, grazie anche alla pista veloce la mia sesta Marcialonga la ho conclusa con un grande sorriso e orgoglio.