martedì 30 marzo 2010

Val Venegia - Baita Segantini


Che bella Craspolada!!!
Qui nel mio paese si chiamano "craspe", in Val di Non, e ormai in tutto il trentino, le chiamano "ciaspole" ed in italiano si chiamano "racchette da neve". Domenica, io e Tullia, abbiamo fatto la craspolada più bella della Val di Fiemme, da Pian dei Casoni alla baita Segantini nella bellissima Val Venegia esattamente sotto le Pale di san Martino che, come sapete ormai tutti, fanno parte del patrimonio dell'umanità.
Siamo partiti con il pensiero delle valanghe, visto che il bollettino dava un indice di pericolo di grado 3 su una scala di 5, e quindi l'obbiettivo era, logicamente, di non correre pericoli inutili.
Siamo partiti da Pian dei Casoni (1693m) con una giornata stupenda e un cielo senza nuvole che presagiva una stupenda escursione, le craspe le abbiamo lasciate legate agli zaini visto che la temperatura era di 0° e la neve sotto i piedi era dura.
Il primo pezzo e in falsopiano in salita in mezzo al bosco costeggiando il torrente travignolo. Dopo una decina di minuti si esce dal bosco e si apre lo spettacolo che la val Veneggia ti regala come accoglienza con a sinistra la Malga Venegia (1778m) e le Pale di San Martino sullo sfondo.
 Visto il pericolo valanghe non prendiamo il solito sentiero che pochi conoscono che costeggia il lato destro della valle, ma stiamo nella strada forestale in centro valle, anche perché non c'è quasi nessuno.
 Arrivati alla Malga Venegiota (1824m) facciamo una piccola pausa per mangiare qualche snack e bere qualcosa, ma rimango incantato dal panorama . . .
. . . e faccio fatica a ripartire per non staccarmi dalla bellissima vista e dalla pace che quei luoghi sanno offrirti. Zaini in spalla e si inizia anche a levarsi la giacca visto che il sole scalda e il riverbero della neve aiuta a fare i primi segni dell'abbronzatura. Poco dopo la Venegiota troviamo la strada sbarrata da una slavina di neve e detriti caduta tempo a dietro.
Poco più avanti la valle gira e si dirige verso la Baita Segantini, abbandoniamo il bosco per entrare in una vallata coperta da circa 100-120 cm di neve, con a sinistra le Pale e ai piedi di esse sono ben evidenti tante piccole slavine che sono cadute in questo periodo.
Arrivati all'inizio dell'ultima salita vediamo che non c'è pericoli di valanghe ed ormai ci siamo convinti che l'obiettivo era arrivare alla Baita Segantini,  le nostre forze sono ancora vigorose quindi craspe ai piedi e via verso l'obiettivo.
Io queste ultime salite le faccio non nel sentiero tracciato ma tagliando il più possibile e cercando di ridurre i tempi, anche perché vedo che Tullia è in gran forma e mi segue ovunque, ma si inizia a sudare e si chiacchiera di meno. A metà dell'ultima salita le nuvole iniziano a coprire il sole e gli sbalzi di temperatura sono elevati, ma dopo tanta fatica si vede sbucare all'orizzonte la Baita Segantini (2170m) ed un bellissimo sorriso appare sul nostro viso arrossato dal sole!!
Traviamo un posto dove mangiare e riposarci, ma non fa tanto caldo, e per completare l'opera inizia a nevicare, quindi zaini in spalla e via verso la strada del ritorno. La prima parte è tutta discesa abbastanza ripida, e come l'andata, io prendo sempre la linea più dritta possibile e quindi più ripida, ma in discesa è anche mooooolto più divertente!!
Il ritorno è più "fresco" dell'andata, ma non meno bello, dopo la venegiota le craspe le mettiamo negli zaini anche se la neve è molto più "morbida" del mattino ma essendo neve battuta se si sta sul tracciato non si sprofonda.
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