Dolomites Sky Race
Tecnicamente perfetta, fisicamente quasi perfetta
Suona la sveglia, è il 19 luglio, è il giorno della Gara. Non ho dormito tanto bene, il caldo di questi giorni mi da noia e lo soffro tanto, e lo temo anche in gara. Mi faccio un buon Tape ai piedi, come mi ha insegnato Paolo Large il giorno prima, mi sembro un pò un reduce di guerra ma visto come è andata alla Stava Mountain Race maglio fare come dice chi ha molta più esperienza di me.
Armi e bagagli e alle 6:45 si parte per quel di Canazei, 40 minuti di strada ascoltando musica che mi da carica, bevendo Strive+ per iniziare a immagazzinare liquidi, mi sa che ne perderò tanti in gara. Mentre consegno i bastoncini, che ci verranno ridati al passo Pordoi, viene detto che la ventina non è obbligatoria, e per me è un sollievo, visto che mi da fastidio averla legata in vita. Si va in zona partenza e poco dopo l'organizzazione fa dietro front, a 3000 metri si è alzato il vento e quindi consigliano di portare la ventina, ma visto che non è obbligatoria non la prendo, non mi da fastidio il freddo. Quindi tutto pronto si va in griglia!!!!
Arriva l'elicottero per le riprese televisive e VIA!!!!
Non c'è respiro, si parte subito con la salita, quei 10km che ci porteranno al Piz Boè. Dopo qualche centinaia di metri sull'asfalto si arriva alle rampe delle piste da sci alpino e si sale verso il Passo Pordoi.
Visto lo sbaglio fatto alla Stava decido di andare con un passo "tranquillo" di corsa nei tratti più dolci e camminando veloce in quelli ripidi, senza mai dare il massimo, la gara è lunga. Una salita con tratti duri e meno duri, ma sempre impegnativa fino ad arrivare al Passo Pordoi dopo 790 metri di dislivello, dove ci aspetta il secondo ristoro, il primo era a metà circa della strada fatta fino a li, ma soprattutti i bastoncini, che neanche il tempo di togliere il nastro che li lega ed inizio subito ad usarli.
Infatti subito dopo aver attraversato la strada del Passo, inizia il sentiero che porta alla forcella Pordoi, dove si fa fatica a superare perché è stretto, ma adesso si può contare sul supporto dei bastoncini, che sin da subito fanno sentire il loro aiuto alleggerendo il lavoro delle gambe.
Quindi il paesaggio cambia, abbiamo lasciato l'erba e al suo posto c'è la roccia dolomitica, chiara di colore e acuminata, sentieri ghiaiosi e impervi. Su su fino ad iniziare il zig zag che anticipa lo scollinamento alla forcella Pordoi, una parte di sentiero reso difficile dalla pendenza e dal terreno con sabbia e sassi che non permettevano di fare passi troppo lunghi, ma chi aveva i bastoncini era sicuramente avvantaggiato. In quel tratto avere 4 appoggi è fondamentale, ti aiuta a salire, ti fa stancare meno le gambe risparmiandole per il resto della gara.
Ultimo tornante per scollinare da brivido, tanta gente che ti incita, la musica che scandisce il ritmo, un tifo da stadio tutto per te e non senti più la fatica, ti invade un'emozione bellissima che ti fa andare ancora di più, ti da coraggio, ti da quella forza che hai perso insieme al sudore e finalmente si scollina.
alla Forcella Pordoi bevo al ristoro, solo acqua, e lascio li i miei bastoni, che mi verranno ridati dopo l'arrivo.
Cambio ritmo, inizia un altopiano dolomitico, leggermente in salita dove si attraversa anche un nevaio di 30/40 metri di lunghezza.
Qui si inizia a sentire il vento che l'organizzazione aveva annunciato alla partenza, e arrivando completamente sudati non è bellissimo, ma abbastanza sopportabile. Non soffro il cambio di ritmo e neanche l'altitudine e vado spedito, bandierina dopo bandierina arrivo fino al tratto attrezzato con le corde, visto la pericolosità, infatti è un tratto di quasi arrampicata che spezza il ritmo. Ancora un tratto di falsopiano in salita su una cresta e si arriva alla vetta, Piz Boè, 3175m, anche qui una discreta folla ad incitarci. Guardo bene le persone e vedo che sono vestite con pile e giacca, quindi la temperatura che percepisco io non è quella che sentono loro. Finita la lunga salita che ha un tratto con la pendenza del 69% (dato che ho sentito nella sintesi in tv). Via si inizia a scendere verso Canazei, 12km spaccagambe e non solo!
Il primo tratto è molto sassoso e impervio, sono dei tornanti che non ne ho fatto nemmeno uno, ho corso dritto in discesa, per quello che si poteva, e nei tratti di ghiaioni ho fatto una corsa "galleggiata" che mi ha dato modo di superare alcuni atleti. L'attenzione deve essere a mille, non fai in tempo a guardare dove mettere il piede che devi aver già sottocchio il posto per l'altro piede, qualche frazione di secondo per decidere. Una buona mezzora se non di più con questo ritmo che ti stanca fisicamente ma anche mentalmente. Qui inizia ad arrivarle la stanchezza, intorno al 13°/14° km, stanchezza soprattutto mentale, di lucidità e devo calare l'andatura, perché cadere qui lasca il segno. Inizio a perdere qualche posizione, ma non posso perdere la concentrazione nella discesa col rischio di cadere, meglio perdere qualche minuto che cadere.
Quando finalmente finiscono le pietraie e si torna ai sentieri, ritorno ad una andatura normale, la mia andatura, ma si ritorna anche nell'aria più calda e umida, sommata alle forze che iniziano a venire meno, il risultato è un calo di velocità, soprattutto nei tratti più pianeggianti. Infatti negli ultimi 4 km ho sofferto i pezzi di corsa pura, appena la strada spianava, vedevo gli avversari che mi sfrecciavano affianco, e le mie gambe che non andavano più.
Ma finalmente l'asfalto, questo voleva dire solo una cosa, mancavano qualche centinaia di metri all'arrivo, guado l'orologio e vedo che sono circa 3 ore che siamo partiti e sono quasi incredulo di essere riuscito a mantenere le prospettive di farla in 3 ore. La folla, gli applausi, i complimenti, e finalmente l'ultima curva e l'arrivo!!!!!
3:02:22 questo è il mio tempo finale.
Che gioia averla conclusa senza problemi, senza sofferenze particolari, nel miglior tempo immaginato, senza crampi...... che gioia!!!
A mente fredda devo ammettere che mi mancava la preparazione per una gara così, e sicuramente nel tratto finale non perdevo posizione e potevo chiudere con 5/7 minuti in meno, anche il tratto iniziale "magari" potevo spingere di più, ma forse no, lo avrei pagato alla fine.
Le mie scarpe hanno il segno di tutta la fatica che ho fatto, loro si sono anche rotte, io per fortuna no!
Sicuramente la mia gara più spettacolare di sempre, paesaggi mozzafiato, tracciato duro, una bellissima emozione farla e portarla a termine, sicuramente da rifare.
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